Il caso Moro

Immagine: © lucazzitto - Fotolia - Piazza delle Cinque Lune

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Anche i più giovani avranno sentito nominare Aldo Moro, personaggio della politica degli anni settanta il cui sequestro per 55 giorni, conclusosi con la sua morte, resta uno degli episodi ancora oggi più controversi della storia della Repubblica italiana.

In quell’epoca Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, era un politico di spicco e tra i maggiori fautori del cosiddetto compromesso storico, ovvero la “tregua” di collaborazione tra Partito Comunista Italiano e DC, voluta dall’area più a sinistra del partito, mentre quella tendente a destra, rappresentata da Giulio Andreotti, vi si opponeva. Ad opporsi tuttavia erano anche l’estrema sinistra e la formazione terroristica delle Brigate Rosse, la quale decise di rapire Moro e di tenerlo in un “carcere popolare” per poi processarlo alla sua maniera. Il presidente della DC era infatti per le BR l’incarnazione dell’oppressione democristiana sulla vita pubblica italiana.

Mentre Moro era tenuto dietro le sbarre dai terroristi, il mondo della politica entrò nel più completo caos. Non soltanto doveva essere presa la difficilissima decisione di trattare con le BR o sposare la linea dell’intransigenza e lasciare la vittima al suo destino, ma le 86 lettere che Moro scrisse durante la prigionia, inviate alla moglie, a esponenti del suo partito e al Papa, mettevano in luce una serie di verità scomode. Alcune di esse arrivarono ai destinatari, altre invece vennero rinvenute a posteriori.

Anche le Brigate Rosse non rimasero in silenzio. Furono nove i comunicati in cui vennero chiarite le motivazioni del sequestro e proposto uno scambio tra la vita di Moro e la liberazione di alcuni membri del gruppo in carcere. Ad opporsi fermamente allo scambio erano proprio il presidente del Consiglio allora in carica, Andreotti, e il Ministro dell’interno Cossiga, entrambi convinti che un gesto del genere avrebbe condotto all’umiliazione dello Stato.

Il verdetto del processo sommario delle BR fu implacabile: condanna a morte. Il corpo di Moro venne rinvenuto in via Caetani il 9 maggio 1978.

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