Quando si ripensa ai fatti accaduti durante il G8 di Genova, di recente portati sullo schermo da Daniele Vicari con Diaz – Don’t clean up this blood, si resta bloccati da una sensazione di sgomento: davvero violenze e atrocità del genere, commesse da rappresentanti delle forze dell’ordine, sono accadute in un Paese che si definisce una democrazia?
Nel 2001 i capi di Stato e di governo delle otto più grandi potenze del mondo erano riuniti a Genova nell’ambito della consueta riunione annuale del G8. L’appuntamento però, prima ancora che cominciasse, era turbato da un forte dissenso popolare, soprattutto tra i movimenti pacifisti e i cosiddetti no-global, associazioni più o meno formali che criticano duramente il liberismo che contraddistingue le economie occidentali e l’operato delle multinazionali.
Le tensioni tra i cortei di manifestanti, di cui i violenti erano una minima – ma ben organizzata – parte e le forze di polizia erano alle stelle già il 20 luglio, giorno in cui vi fu la prima tragedia: la morte del giovane Carlo Giuliani, ucciso dal carabiniere Mario Placanica, prosciolto poi per legittima difesa.
La notte del 21 luglio si arrivò all’apice della violenza. La scuola Diaz era stata concessa al Genoa social forum come sede organizzativa, media center e dormitorio per manifestanti di varia provenienza, di cui tanti stranieri. La polizia vi arrivò per una perquisizione, spinta da voci che dicevano vi fossero no-global intenzionati a fare una barricata con i cassonetti. Quel che poi successe, fu definito dallo stesso procuratore “macelleria messicana”. Gli occupanti dell’edificio furono brutalmente picchiati e arrestati in massa, con l’unica colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
La scuola Diaz e la caserma di Bolzaneto divennero da allora nomi tristemente noti in Italia, che continuano a ricordarci, come una ferita aperta, un episodio tra i più terribili della nostra storia recente; come sia potuto accadere, che cosa sia potuto scattare nelle menti degli agenti di polizia e dei carabinieri che assaltarono i manifestanti pacifici, nessuno lo saprà mai.