di Adele Dentice
Bari, 18 agosto 2010: parte l’odissea alla ricerca di un atto pubblico partorito da Vendola l’11 maggio 2010. Entriamo nel regno pro tempore dello smemorato da Terlizzi. Una cittadina si presenta agli uffici della regione Puglia per richiedere una delibera di giunta regionale, precisamente la numero 1154 dell’ 11 maggio 2010. La delibera è stata promulgata con certezza scientifica dal gabinetto del governatore in persona. Infatti reca la dicitura GAB/2010/00019 - ed è intitolata - Struttura Ospedaliera nella città di Taranto “San Raffaele del Mediterraneo. Correzione integrazione DGR 10/02/2010 n. 331″. Il tema è rovente: l’ospedale privato finanziato con denaro pubblico (120 milioni di euro tanto per avviare i lavori), elargito alla fondazione san Raffaele del Mediterraneo, in cui inspiegabilmente non figura il comune di Taranto, dove però si realizzerà una speculazione finanziaria ed immobiliare. Appena varcata la soglia del palazzo regionale dove alberga il governatore Nichi Vendola, subito si percepisce una kafkiana sensazione di vuoto paranoico. La curiosona viene rimbalzata tra uffici, corridoi deserti e dinieghi. Alle ore 9,30 la cittadina italiana, in base ad una legge italiana sul diritto di accesso agli atti pubblici (Legge 241/1990 e smi), a meno che non si tratti di segreto di stato o istruttorio, chiede solo di ricevere quell’atto deliberativo per il quale era stata depositata ufficialmente e formalmente la richiesta. Gli impiegati sostengono tutto d’un fiato che “il 18 agosto gli atti sono depositati in cassaforte, che la responsabile finirà le ferie il 30 agosto che bisogna fare la domandina e poi c’è internet se vuole leggere vada a consultare il sito della Regione”. Eppure a ben vedere sul sito c’è solo il frontespizio della delibera in questione. La dirigente Iacovazzo dell’ente regione sembra non capire, parla confusamente di domande da fare e richieste. La cittadina insiste e fa presente che la richiesta è già stata inoltrata, alla fine, la cittadina viene invitata ad informarsi meglio presso gli uffici del primo piano. Qui si imbatte in alcuni impiegati che ignari e stupiti della sua presenza informano la ficcanaso “sull’inutilità del suo essere in quelle stanze dal momento che è competenza della segreteria della giunta e poi c’è internet, il sito della Regione”. Insomma, il solito ritornello: “la suddetta delibera non esiste, o meglio esiste”, comunque non è stata pubblicata sul Bollettino regionale (il Burp). A ben notare è stato reso noto solo il frontespizio. Anche questi dirigenti pubblici siedono al computer per provare a rintracciare l’atto fantasma; niente solo ila copertina. La cittadina comune risale accompagnata dall’impiegato: nel mentre sopraggiunge la dirigente Iacovazzo, che, con un altro dipendente della Regione, inizia a chiedere le generalità della cittadina e fa notare con toni sempre meno gentili che “per certe richieste bisogna mostrare la propria carta d’identità”. La cittadina ribadisce il concetto: il documento identificativo sarà mostrato nel momento in cui salterà fuori il documento pubblico. Le parole non sembrano gradite e la discussione procede oziosamente fino a che dirigenti ed impiegati invitano nuovamente la cittadina a fare una ricerca internet sul sito della Regione. A quel punto la cittadina ri-spiega il motivo della sua imbarazzante visita: purtroppo sul sito della regione c’è soltanto il frontespizio deliberativo, quello con il numero 1154 dell’ 11 maggio 2010. Una terza persona (dirigente regionale), che evidentemente ben conosce il contenuto dell’atto, finalmente mette fine alla discussione offrendo un riferimento preciso: “ l’assessorato alla sanità, dove sicuramente saranno disponibili a risolvere l’intricata questione”. Prima di andar via la cittadina qualunque rivolge una domanda in merito alla mancata pubblicazione e le viene risposto che “non tutti gli atti vengono pubblicati, sono decisioni prese in giunta” . Come per i segreti di Stato? “No, basta fare una semplice richiesta e tutti vi possono accedere, chiaro no?”. Scocca mezzogiorno quando varco l’assessorato in questione; sulle scale persone guardano incuriosite la cittadina qualunque che ostinatamente si inoltra tra uffici vuoti. Alla fine compaiono delle impiegate alle quali viene chiesto come fare per ottenere questa misteriosa delibera. Basta una semplice fotocopia. Anche loro affermano che “non è di loro competenza e che c’è questa cattiva abitudine di scaricare le rogne agli altri. Che non è possibile che ci sia solo il frontespizio senza delibera”. L’oggetto? Sempre l’ospedale, quello che devono fare a Taranto, appunto il San Raffaele Mediterraneo. Le impiegate - dipendenti dei cittadini come i politicanti - si calmano e invitano anche loro la cittadina a cercare altrove, al settimo piano magari, ma sono già le 13,30 e gli uffici sono chiusi. Il giornale Italia Terra Nostra ha richiesto ufficialmente l’atto deliberativo, ma a tutt’oggi incombe un muro di gomma. I capi dirigenziali Donno e Manna sono ancora vivi? Gli impiegati - ci sono quelli che sanno (pochi) e quelli che non sanno nulla (molti) - non fanno niente se non trasportare le carte da un ufficio all’altro. Altro che trasparenza amministrativa. Allora, l’ Obama bianco con l’orecchino non la conta giusta. Quali illegalità e quali speculazioni si celano dietro al fantasma di un atto pubblico? Al presidente Vendola la risposta nei termini di legge.
Articoli correlati:
ma è questa la delibera cercata?
http://www.regione.puglia.it/index.php?page=delibere&id=1365&fs_id=1667&opz=downfile
La delibera indicata da Marco Savarese è appunto la numero 1880 del 6 agosto 2010, già evidenziata sul giornale Italia Terra Nostra, e non la famigerata DGR numero 1154 dell’11 maggio 2010 che modifica la DGR numero 331 del 10 febbraio corrente anno.