“Caro Presidente …”: don Verzé scrive a Vendola

di Michele Matassa

Abracadabra: è un “verzolatrucco”. Eldorado malasanitario in Puglia: convenzioni tacite, anzi oscure; a beneficiarne i privati, preferibilmente ecclesiastici. Obiettivo finale: distruggere la sanità pubblica ed appaltare la salute di 4 milioni e passa di pugliesi ai soliti ras sempre più famelici. A proposito di affari non proprio alla luce del sole, sulla pelle della società civile. Il socio di Berlusconi, Luigi Maria Verzé in arte don Verzé (già in società con Grossi ramo rifiuti pericolosi e discariche, compresa Taranto) scrive al governatore Nicola Vendola. O meglio: il reverendo sospeso da papa Paolo VI a causa di evidenti intrallazzi finanziari già nel 1964, detta all’aspirante prossimo presidente del consiglio dei ministri, addirittura le condizioni dell’operazione speculativa.

Caro Presidente, ho appreso con grande piacere che il nostro progetto per il San Raffaele del Mediterraneo sta proseguendo il cammino verso la sua realizzazione e che l’impegno comune profuso nella realizzazione di questo obiettivo sta dando buoni frutti. Facendo seguito agli incontri tra i rappresentanti istituzionali della Regione Puglia e della Fondazione e alla richiesta dell’Assessore Regionale al Bilancio, Avv. Michele Pelillo, Le invio una revisione del piano finanziario del Progetto tecnico sanitario, prodotta ipotizzando un finanziamento pubblico pari a 120 milioni di euro e il finanziamento della quota residua di fondi, necessari per il completamento dell’opera, tramite lo strumento del leasing in costruendo. Con l’auspicio che gli ulteriori passi, utili a garantire l’avvio della realizzazione dell’opera, possano essere compiuti rapidamente, le assicuro tutta la disponibilità dei miei uffici per eventuali approfondimenti o chiarimenti si rendessero necessari….

Il presidente Vendola, prontamente obbedisce e pronta cassa, scuce il 6 agosto scorso i primi 60 milioni di euro (quattrini pubblici). Ieri il direttore generale dell’Asl di Taranto, tale Colasanto ha dichiarato in un’intervista filmata ad Italia Terra Nostra (da lui autorizzata) che “ha firmato le carte senza leggerle”. Poi ha scucito ai referenti di don Verzé ben 110 mila euro (denaro dei contribuenti), tanto per avere un primo fondo cassa. Insomma, un perfetto garante della legalità e dei cittadini, non un banale “yesman”. Accordi segreti, patti sottobanco, conflitti di interessi? Perché lo “sgamato” Vendola non sputa finalmente il rospo? Magari il governatore in un eccesso di buona volontà, ispirato dalla divina provvidenza potrebbe pubblicare il gustoso carteggio epistolare con il chiacchierato reverendo. Per quale ragione il Comune di Taranto non fa parte della fondazione “san Raffaele del Mediterraneo”? Vendola ha asserito precisamente che l’atto di costituzione della fondazione riconducibile al reverendo Verzé deve essere ancora registrato. In data 28 agosto 2010, il presidente Vendola ha risposto testualmente: “L’atto è pubblico, dopo la registrazione notarile e la sua trasmissione alla Regione sarà possibile prenderne visione a richiesta”. Altra spudorata menzogna pronunciata dall’allievo di Bertinotti: infatti quell’atto è stato catalogato come di rito nel capoluogo jonico il 28 maggio 2010 al numero 8791 – 1T (repertorio n. 63851, raccolta n. 25263). Regista dell’operazione pagata dai contribuenti, il notaio Vincenzo Vinci (un soggetto stabilmente nell’organigramma del san Raffaele del Monte Tabor di Milano); in altri termini una solida garanzia. In sostanza: una “trasparenza” vendoliana zoppicante e a discrezione del potente di turno. Stamani (1 settembre 2010) dopo l’incursione odierna di Italia Terra Nostra negli uffici di presidenza della Regione e della segreteria regionale, è apparsa miracolosamente sul sito istituzionale, dopo 4 mesi di latitanza la delibera mai pubblicata di giunta regionale numero 1154. Peccato che non sia conforme all’originale, e sia priva, oltretutto, di ben 4 corposi allegati. A proposito dell’affare san Raffaele del Mediterraneo - protagonisti i due compari Vendola e don Verzé - mancano all’appello numerosi altri documenti amministrativi, ad esempio le delibere di giunta numero 320 e numero 331 (febbraio 2010). La dirigente Scaringi ha preteso un’altra richiesta di accesso agli atti amministrativi (prontamente formalizzata), riferendo all’attonito direttore di ITN: “Dovrà attendere 30 giorni per avere le delibere”. Grazie, arrivederci, anzi addio al diritto di sapere dell’opinione pubblica. Chi manipola con maestria atti pubblici scottanti? Al governatore Nicola Vendola Italia Terra Nostra chiede l’immediata pubblicazione del contenuto integrale e conforme delle convenzioni stipulate - non richiamate da nessun atto pubblico - con la fondazione San Raffaele. Mediante una semplice azione di intelligence, questo giornale senza padrini, padroni né sponsor, ha acquisito gran parte della documentazione “secretata” in maniera illegittima. E’ stato già appurato, con un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica con istanza di sospensione - presentato il 20 agosto dall’associazione Taranto Futura - che «I provvedimenti impugnati sono ingiusti e altamente illegittimi, per una serie infinita di violazione di legge». In sostanza: affarini privati con denaro pubblico. Risultato: smantellamento definitivo della sanità pubblica. Altro che eccellenza e controlli. E poi, rifiuti già sistemati e colate di cemento fuorilegge su aree di proprietà pubblica (particelle 45, 569, 571, 584, 585, 590 del foglio di mappa numero 145). Vi dicono niente Green Energy, Blue Holding e Sadi? Magari agli attori da strapazzo e a qualche regista di terza categoria in grembiulino sulla scena torna improvvisamente la memoria.

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