di Maria Rosaria Pullo
Serve una svolta radicale e globale nelle politiche energetiche: il tendenziale esaurirsi del petrolio, più in generale delle fonti non rinnovabili e la drammatica accelerazione dei cambiamenti climatici.
Entrambe sollecitano il mondo fuori dalla dipendenza dal petrolio, più in generale dalle energie fossili. Il petrolio, il carbone e il gas rimasti non bastano più a soddisfare una domanda di energia in crescita esponenziale, in nome della crescita economica, soprattutto perché si sono giustamente affacciati sulla scena mondiale oltre due miliardi (cinesi, indiani e brasiliani) di nuovi consumatori di mobilità, illuminazione,riscaldamento, rinfrescamento, alimentazione, merci. La crescita esponenziale del prezzo del petrolio, fotografa questa contraddizione fra domanda ed offerta di greggio, forse la meno grave delle conseguenze provocate dalla scarsità di energie non rinnovabili. Essa, infatti, ha già spinto il mondo ad un riarmo, anche atomico, generalizzato e la tentazione di usarlo per conquistare il controllo del petrolio rimasto è elevatissima e per ora prevalente. La ragione che rende necessario uscire dalla dipendenza dai fossili è la drammatica accelerazione dei cambiamenti climatici. Nei prossimi cinquant’anni se non si riuscirà a fermare il surriscaldamento del pianeta, causato dalla combustione dei fossili, dovremo convivere con processi di progressiva desertificazione di ampie zone della terra, con un aumento esponenziale degli eventi estremi (uragani e tifoni) con un aumento del livello dei mari dovuto allo scioglimento dei ghiacci. Conseguenze? Nei prossimi decenni sono previsti oltre duecento milioni di profughi ambientali. Per rispondere a questi problemi non basta sostituire petrolio con solare e tutto può andare avanti come prima. Serve introdurre cambiamenti, comportamenti e stili di vita della popolazione. Proviamo a fornire qualche spiegazione, di ragionevole proposta di alternativa. Abbandonare il modello attuale per passare a quello distribuito sul territorio significa conquistare democrazia energetica: ogni casa, ogni condominio, comunità, quartiere, centro commerciale, fabbrica produrrà l’energia di cui ha bisogno sfruttando la fonte rinnovabile più conveniente secondo le caratteristiche del territorio. Far compiere a questo paese un gigantesco sforzo per migliorare la propria efficienza energetica: un piano di riqualificazione energetica degli edifici che ne riduca i consumi di elettricità e calore e sposti le attività di costruzione verso la manutenzione e riqualificazione del già costruito e non su nuova occupazione di territorio. Conquistare una reale autonomia energetica al paese sfruttando le uniche fonti energetiche di cui è ricco e cioè il sole, il vento, la forza dell’acqua fluente e il calore che scorre sotto terra.